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Astratti figurativi | Artwork
La produzione artistica più contemporanea di Patrizia Deflorian ruota attorno all’ibridazione di ambiti artistici per definizione scissi l’uno dall’altro. Ella utilizza la figurazione mantenendo il contorno delle forme, ma lo inserisce in un “contesto” di astrazione che agisce sull’immagine stessa e ne applica le leggi del caos creativo, tipico della dimensione astratta. Il risultato sono opere stratificate da una moltitudine di velature emozionali che rendono la fruizione del quadro magnetica, emotiva e profonda. L’osservatore viene trascinato, attraverso lo sguardo, in un continuo sprofondare verso una dimensione plasmata dalla soggettività dell’artista instaurando uno scambio diretto e non univoco con coloro che le osservano. Patrizia Deflorian è quindi capace di dare immagine, attraverso gesto e colore, al suo sé mettendolo in relazione con l’esterno per proclamarne la sua dirompente presenza.
I colori si uniscono in campiture nebulose abbattendo le barriere del confine tra soggetto e sfondo per rivelare un mondo che non è analitico, ma emotivo e che quindi considera quelle dinamiche confuse e profonde nel loro mostrarsi tali.
L’estetica è originale e riconducibile alla produzione dell’artista che per molto tempo ha definito il proprio immaginario in privato e solo da pochi anni è sopraggiunto nel panorama contemporaneo divenendo visibile al pubblico. Questa indagine personale condotta in solitario ha portato l’artista ad affrontare se stessa in un percorso introspettivo che l’ha condotta a definire i propri soggetti d’interesse, i propri sentimenti rendendole possibile l’uso di queste percezioni personali come fossero velature di colore, le quali si stratificano in un susseguirsi di tinte calde e fredde componendo campiture vaporose tingendo un mondo al limite tra la figurazione e l’astratto. È proprio grazie all’individuazione di questo spazio ibrido se la rappresentazione del sentimento è così intensa, così personale come mai lo è stata prima.
L’opera quindi non è più solo un dipinto, ma diviene qualcosa di più: uno spazio, un luogo di astrazione della figura che però rimane presente in una sua reminiscenza riconoscibile dall’occhio. La tela non si sviluppa più in un solo piano bidimensionale ma si estende verso un campo più vasto intersecandosi con piani spaziali che delimitano una “distanza” all’interno del quadro, la quale non è altro se non la definizione visiva del percorso percettivo che Patrizia Deflorian ci spinge ad intraprendere attraverso le sue opere.
Giorgio Grasso
Patrizia Deflorian’s recent artistic production revolves around the hybridization of generally separate artistic fields. She uses figuration that maintains the outlines of forms, but places them within in a context of abstraction acting on the image itself and applying the laws of creative chaos typical of the abstract dimension. The resulting works are layered with a multitude of emotional veils that paint a profound, emotional and magnetic picture. The viewer’s gaze is drawn in a continuous sinking towards this dimension carefully crafted by the artist to establish a direct yet equivocal exchange. Patrizia Deflorian, through gesture and colour, thus manages to create an image of herself in relation to the world that proclaims a disruptive presence.
Colours combine in nebulous fields, breaking down barriers between subject and background to reveal a world that is not analytical but emotional, and therefore considerate of naturally confused and profound dynamics.
The aesthetic is original and traceable back to the production of the artist from when, for a long time, her imagination was confined to the private sphere, before arriving on the public contemporary scene just a few years ago. Her solo investigation led the artist on an introspective journey, defining her subjects of interest and feeling, exploring such personal perceptions as if they were chromatic veils stratified with a succession of warm and cold hues composing vaporous textures colouring a world at the border between figuration and abstraction. It is precisely through the identification of this hybrid space that the representation of feeling becomes so intense and personal, like never before.
Her work is therefore no longer just painting, but becomes something more: a space for abstraction of the figurative, which remains present in a recognizable visual reminiscence. The canvas no longer sits in a two-dimensional plane, but extends into a wider field intersecting with spatial planes that delimit a distance within the frame as a visual definition of the perceptive journey that Patrizia Deflorian urges us to undertake through her work.
Giorgio Grasso